di Bruno Mascarenhas *
La quarantena è finita. Finalmente ci incontriamo e l’abbraccio tra me e i ragazzi dura più del solito. Giulio (Acernese) non vede l’ora di ritornare in acqua, due mesi di ginnastica a secco lo hanno indurito. Emanuele (Giarri), appena rientrato da Pisa, sua città nativa dove ha trascorso la quarantena, si lamenta di un forte dolore alla schiena e dopo i vari controlli risulta una ciste di 10 cm che spinge contro il nervo. Il dolore è invasivo.
- Ragazzi che cosa vogliamo fare? Che obbiettivo ci diamo?
All’unisono rispondono: - Vogliamo vincere gli Europei. (L'unica gara internazionale ancora in calendario).
-Allora dobbiamo pensare di qualificarci, di entrare in Nazionale e una volta lì lavorare per una medaglia.
Inizia così la stagione più anomala della nostra carriera: quella post-lockdown.
Giulio spinge, tira, grigna e non molla un colpo. Emanuele prova, si accascia, soffre. Ma non molla. Studiamo due programmazioni simili ma diversificate per permettere all’intenso dolore alla schiena di farci lavorare. Un intervento chirurgico sarebbe una soluzione ma bisognerebbe stare 40 giorni a riposo... Non ce lo possiamo permettere, non possiamo fermarci neanche un giorno in più perché già due settimane abbiamo provato a stare fermi per farlo disinfiammare. Però senza risultati. Allora Emanuele stringe i denti. A questo punto non gli resta che conviverci. E così fa.
Nel frattempo il campione del mondo (Giulio) non ha una barca idonea al suo peso su cui allenarsi, dovrà fare il 10 agosto la selezione in singolo e l’unico scafo disponibile è una barca vecchia, per atleti di 85 kg contro i suoi 70. Ci scervelliamo, ragioniamo, e alla fine, per fortuna, trovo un privato che ci noleggia l’imbarcazione per gli allenamenti.
Una dura preparazione ci attende, è difficile fare i numeri dopo tre mesi a secco, ma i ragazzi si impegnano e i due allenamenti quotidiani funzionano. Tra alti e bassi, tra punture di ozono alla schiena e arrabbiature in barca, ma i ragazzi tengono duro e finalmente siamo alla vigilia della selezione.
Resta il problema "barca di Giulio". Lo scafo con cui si sta allenando non è comunque idoneo al suo peso e alla selezione non si può sbagliare nulla. Ogni centesimo sarà utile per poter rientrare tra i primi otto pesi leggeri da convocare al raduno.
Ci si può stressare per i duri allenamenti, per i numeri insufficienti, ma quando lo stress arriva perché prodotto da fattori esterni, come il non avere una barca idonea con la quale gareggiare in una competizione dove o passi o torni a casa, è veramente logorante. Come tecnico mi sento responsabile, inizio a telefonare a tutta Italia, non ci dormo la notte, ricerco alternative. Trovo una barca in prestito di cui però non ho l’ufficialita fino a poche ore prima della gara, e poi scartata. Trovo uno scafo per donne con una forma nuova, Giulio non lo ha mai provato. La tengo, è l’unica soluzione possibile e non la lascio scappare. Dovrà adattarsi. Però non mollo e intravedo la possibilità di avere in prestito uno dei migliori scafi pesi leggeri che ci sono in Italia. L’atleta che fino al giorno prima della selezione ci si allenava è troppo pesante e la barca ha poco galleggiamento. Mi metto in ginocchio, gli regalo una polo del Circolo Canottieri Roma, lo prego e me la presta. È perfetta, la impostiamo con le misure di Giulio, nel frattempo Emanuele si allena e mi piace, la barca da fuori sembra veloce. Siamo alla vigilia e abbiamo due atleti che si giocano la partecipazione al raduno nazionale con tutti i mezzi perfetti. Ma che fatica!
La schiena tiene, il morale è alto e positivo. Passano entrambi le batterie e centrano la finale A con il miglior tempo! Emanuele, in finale, arriva secondo, ad un secondo dal vincitore. Che soddisfazione, dopo tutti problemi che abbiamo dovuto affrontare siamo riusciti a ottenere un grande risultato. Giulio, nella sua finale, affronta 5 pesi leggeri di categoria superiore, pl senior e non Under 23 come lui che si giocano la convocazione per il 4 di coppia assoluto. Giunge ottavo, concludendo la selezione tra i primi tre Under 23 pesi leggeri suI 16 migliori italiani convocati per la selezione.
Un risultato eccezionale: tutti e due gli atleti del C.C. Roma si guadagnano il pass per il raduno nazionale under 23 in programma a Pusiano, Como, dal 10 agosto al 1 settembre. Li aspettano i test fisiologici e le prove in barca: se li supereranno parteciperanno agli Europei a Duisburg, in Germania, il 5 e 6 settembre.
Un grande risultato che racchiude una stagione incerta, frenata dal lockdown ma ripresa alla grande con tanta voglia di vincere, condita da alto spirito sportivo e la convinzione di poter vestire nuovamente la maglia azzurra in rappresentanza della società che lì ha sempre sostenuti: il Circolo Canottieri Roma.
* Direttore Tecnico Circolo Canottieri Roma - Settore Canottaggio
Foto: Emanuele Giarri, Bruno Mascarenhas e Giulio Cernese ai Mondiali Under 23 2019 (Archivio Fic)