A PROPOSITO DI FINARTE..

A seguito dell’interesse sollevato dall’annuncio dell’accordo fra il Circolo e Finarte abbiamo chiesto all’AD di Finarte, Alessandro Guerrini, di riservarci un’intervista per entrare meglio nella loro realtà ed in quella della collaborazione. Ecco cosa ci ha risposto:

  1. Ci racconta in poche parole cos’è Finarte, com’è nata e qual è il ruolo che vuole svolgere nel mercato dell’arte? 

Finarte nasce nel 1959, per iniziativa del banchiere milanese Gian Marco Manusardi, con lo scopo di assistere collezionisti e operatori del settore nell’acquisto e nella vendita di opere d’arte e di operare finanziamenti in un campo che, ai tempi, non aveva alcun credito presso le istituzioni bancarie. Oggi Finarte - controllata da un pool di soci privati - è casa d’asta leader in Italia. Con sedi a Milano e Roma, organizza ogni anno circa 70 aste che spaziano in tutti i principali ambiti del mercato: dall’arte - antica, moderna e contemporanea - al lusso - rappresentato da gioielli e orologi - fino ai cosiddetti “collectibles”, come ad esempio il design, la fotografia, le armi antiche e i vini e i distillati da collezione.

 

  1. Quali sono le principali evoluzioni che avete osservato nel settore negli ultimi anni, e cosa le ha provocate? 

Ritengo siano tre le principali evoluzioni che hanno caratterizzato, negli ultimi anni, il mercato in cui opera Finarte. La prima è rappresentata dal progressivo ampliamento dell’offerta delle case d’asta: oggi, accanto alle opere d’arte, vengono proposti beni molto diversi, accomunati solo dall’essere oggetto di collezionismo: penso ad esempio al luxury fashion, settore in grande crescita in cui vengono scambiati pezzi iconici - come, ad esempio, le borse delle grandi maison internazionali - veri e propri “oggetti del desiderio”, non sempre facilmente acquistabili sul mercato primario. La seconda evoluzione è rappresentata dall’avvento del digitale: l’on-line, anche nel mercato delle aste, è ormai il canale dominante. La digitalizzazione ha consentito di raggiungere pubblici nuovi, in paesi che diversamente non avrebbero potuto essere presidiati: ormai chi compra alle nostre aste, almeno nel 50% dei casi, non è italiano, bensì europeo, americano, mediorientale o asiatico. Ma non si tratta solo di raggiungere nuovi clienti stranieri, bensì di dare ai clienti già acquisiti nuove opportunità per prendere parte alle vendite: anche collezionisti tradizionalmente abituati a venire in sala o a partecipare telefonicamente, oggi rileviamo come preferiscano collegarsi da remoto, tramite la nostra piattaforma digitale. La terza evoluzione, infine, è rappresentata dall’abbassamento dell’età media degli acquirenti. Negli ultimi anni si è affacciata al mercato una nuova fascia di clienti, rappresentata da giovani sotto i 40 anni: si tratta di un collezionismo dinamico, curioso e informato che compra sia beni che sono espressione delle mode e delle tendenze del momento e che descrivono il loro “lifestyle” - come per l’appunto il fashion vintage, gli orologi o il vino - sia beni da collezione veri e propri, come le opere d’arte contemporanea o la fotografia, spesso acquistate per passione, ma con un occhio rivolto anche ai possibili benefici in termini di investimento.

 

  1. A proposito di investimento: fra chi compra, quanti lo fanno per collezionismo e quanti per investimento?

Per fortuna, una quota ancora significativa del pubblico che partecipa alle nostre aste lo fa per passione e per il piacere di possedere un oggetto di pregio. Questa affermazione vale per tutti i settori, ma in particolar modo per quelli che più sono rimasti al riparo da fenomeni speculativi: penso esempio, a quello dell’arte antica o dell’arte figurativa del XIX secolo. Negli anni è diventata sempre più rilevante, tuttavia, la quota di clienti che vede nelle opere d’arte e nei beni da collezione anche una vera e propria forma di investimento e, in taluni casi, di speculazione. È indubbio come opere, oggetti d’arte e altri “passion asset” possano essere una valida opzione per diversificare i patrimoni, per preservarli dalle oscillazioni dei mercati finanziari e per ottenere, in alcuni casi, anche delle rivalutazioni di tutto rispetto. Tuttavia, il mio auspicio è che queste motivazioni non diventino mai preponderanti nelle scelte di acquisto: sono convinto che quelli che trattiamo siano oggetti di cui appassionarsi perché capaci di trasmettere emozioni e che debbano essere comprati, in primis, come tali, con la consapevolezza che possono riservare, come piacevoli “effetti collaterali”, anche quelli sopra indicati. Il perseguimento esclusivo dell’affare e del guadagno a tutti i costi può generare false aspettative!  

 

  1. Quali sono le motivazioni che hanno spinto Finarte a diventare partner del Circolo Canottieri Roma, e quali valori comuni uniscono le due realtà?

Fin da quando è nata l’interlocuzione fra il Circolo Canottieri Roma e Finarte, è stato chiaro che una partnership sarebbe stata di reciproca utilità e soddisfazione. Da un lato la volontà del Circolo di fornire ai propri Soci nuovi servizi e nuovi stimoli in un ambito - quello del mercato dell’arte e del collezionismo - ancora non presidiato a livello associativo, dall’altro il desiderio di Finarte di costruire un rapporto solido di collaborazione con uno dei più prestigiosi circoli italiani e di dar vita, fattivamente, a iniziative e occasioni di relazione e di scambio. In comune la consapevolezza che il confronto e l’incontro di “mondi” diversi - nello specifico quello dello sport e quello dell’arte - genera opportunità, valore e arricchimento. 

 

  1. Può darci un'anteprima delle iniziative e degli eventi che Finarte organizzerà per i soci del Circolo nei prossimi mesi? In particolare, cosa possiamo aspettarci dal 3 dicembre?

Stiamo lavorando a una programmazione varia e articolata, che possa intercettare interessi e gusti differenti dei Soci. L’obiettivo che - di concerto con gli organi direttivi del Circolo - vogliamo perseguire è duplice: da un lato mettere a disposizione l’esperienza, la competenza e la specializzazione dei nostri esperti per rispondere a esigenze concrete dei Soci, dall’altro organizzare periodicamente momenti di incontro e approfondimento riguardanti il mercato in cui operiamo che possano essere di stimolo per chi vorrà farsi coinvolgere. Esattamente con questo spirito abbiamo immaginato anche l’evento di presentazione del 3 dicembre. In quella occasione entreremo già nel vivo del nostro lavoro, “raccontando” - attraverso la voce dei nostri specialisti - tre oggetti che rappresentano gli ambiti collezionistici con cui tutti i giorni ci confrontiamo: un prestigioso dipinto antico, per chi è più interessato all’arte classica del passato, una raffinata opera del Novecento, per chi è incuriosito dalla sperimentazione e dall’innovazione delle avanguardie e un prezioso orologio da collezione, per chi è affascinato dall’eleganza e dalla tecnica dei grandi marchi internazionali dell’orologeria. 

 

  1. Quali vantaggi e opportunità specifiche offre quindi questa partnership ai soci del Circolo che vogliono approfondire il mondo dell’arte e del collezionismo?

Le opportunità saranno numerose: attraverso la partnership si attiverà un canale privilegiato per usufruire e beneficiare dei servizi di Finarte. Qualche esempio? Ai Soci verranno garantite, in via esclusiva, condizioni di miglior favore per vendere opere d’arte e beni da collezione, così come saranno organizzate negli spazi del Circolo giornate di consulenza riservate, in occasioni delle quali i Soci potranno richiedere valutazioni confidenziali dei propri beni, suggerimenti per la loro valorizzazione o consigli degli esperti per finalizzare acquisti consapevoli!

 

Fondato nel 1919 - Stella d'Oro al Merito Sportivo 1971 - Collare d'Oro al Merito Sportivo 2019

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