Amico, fratello. È a "lui" che dobbiamo gioie e dolori sportivi ed è sempre grazie a "lui" che i soci del Circolo Canottieri Roma trovano pace e relax, vicini eppure lontani anni luce dal caos cittadino. Talvolta, però, l'amato Tevere non può non assecondare eventi per noi imprevedibili e drammatici. È il caso di ciò che accadde nel 1937, episodio al centro di questa nuova puntata della rubrica "100+".
"Il 17 dicembre 1937 si verifica una eccezionale piena del Tevere, che per la prima volta riesce a uscire dagli argini creati con i muraglioni - racconta Stefano Brusadelli sulle pagine di 'Una passione lunga un secolo', il libro del centenario del club curato proprio dal vicepresidente assieme ai consoci Bruno Manfellotto e Roberto Vianello - L'altezza del fiume raggiunge a Ripetta i 16,84 metri, appena 38 centimetri in meno rispetto alla piena del 1870. Il punto più basso della struttura di difesa è nella zona di Ponte Milvio e proprio da lì le acque cominciano a invadere la città".
Devastanti le conseguenze per la sede sociale del Circolo. "Purtroppo l'archivio, con tutti i verbali, i documenti e il materiale fotografico è stato collocato in un locale del piano basso. Quando finalmente le acque si ritirano, si riesce a salvare molto materiale, ma la maggior parte di quello relativo agli anni dal 1929 al 1935 è perduto per sempre. Tenendo conto che, a parte le aree limitrofe al fiume, i danni furono limitati e che il livello dell'acqua all'idrometro di Ripetta (dove lo zero corrisponde al livello del mare), si ebbe la prova che i muraglioni avevano svolto egregiamente il loro compito".