Ieri, sabato 26 novembre, si è tenuta l'oramai decennale escursione al Santuario della Madonna del Divino Amore organizzata dalla Banda Manfredi, "il club nel club" del Circolo Canottieri Roma. La Banda delle partite di calcetto ogni mercoledì sera, la combriccola che a testa alta se ne infischia delle disavventure degli ultimi tempi. Prima l'anno 2020 di sosta forzata causa pandemia (senza il quale quella di ieri sarebbe stata la decima edizione), poi gli acciacchi di qualcuno tra i protagonisti non hanno infatti fermato gli affezionatissimi all'evento. Una tradizione che, anzi, vive ogni anno un interessante ricambio generazionale che ne garantisce ottime prospettive. Per la gioia del presidente della Banda, Dinetto Manfredi, che anche in questa occasione ha saputo ringraziare al meglio gli stanchi ma felici marciatori.
Da Lungotevere Flaminio 39, sede del Canottieri Roma, al santuario sono circa diciannove chilometri. Sembrano moltiplicarsi dopo che ci si è lasciati alle spalle Via del Corso e il Circo Massimo per cominciare la durissima Ardeatina. A quel punto c'è chi allunga e chi invece rallenta, il gruppone iniziale si trasforma in tanti gruppetti, alcune amicizie nascono, altre si rinsaldano. All'arrivo, la fatica lascia spazio alla soddisfazione di aver compiuto una impresa alla faccia del tran tran.
Chiusura, come di consueto, con il consueto pranzo in trattoria a base di prodotti locali e ricette della tradizione. Ma prima le parole di Dinetto. Per tutti: per chi c'è, per chi avrebbe voluto esserci ma non può, per chi non c'è più. Un discorso che sa di ricordi vissuti e attimi ancora da assaporare. Insieme, spalla a spalla. Qualcuno chiama tutto questo passato, presente e futuro, la Banda Manfredi suole giustamente chiamarlo vita.
