Scegliere un titolo che è una doccia fredda, peraltro su un argomento caldissimo come l'emergenza ambientale e su quali soluzioni possano arrivare dall'economia. Muoversi su territori rischiosi e complessi, riuscendo tuttavia a utilizzare una chiave di lettura interessante e quasi inedita, a tratti addirittura disincantata. Missione davvero complicata quella di Massimo Nicolazzi, docente di Economia delle fonti energetiche all'Università di Torino ed ex presidente di Centrex Italia. Risultato: l'interessante "Elogio del petrolio - Energia e disuguaglianza dal mammut all'auto elettrica" (Feltrinelli Serie Bianca, pagg. 300) presentato ieri al Circolo Canottieri Roma con il sostegno di SCM - Solutions Capital Management.
Assieme all'autore erano presenti il vicedirettore di "Staffetta Quotidiana" Gionata Picchio e il giornalista de "Il Foglio" Alberto Brambilla. "Troppo spesso ci chiediamo se il surriscaldamento del pianeta sia un problema squisitamente antropogenico o se l'uomo, invece, ne sia soltanto vittima. Ragionamento fuorviante su un problema che, comunque sia, dobbiamo affrontare e utilizzando metodi forse anacronistici ma efficaci", ha esordito così il prof. Nicolazzi, dopo il saluto del vicepresidente del club ospitante Stefano Brusadelli, che si è detto felice di ospitare la presentazione di un libro così coraggioso nell'anno del Centenario del Circolo, e dell'a.d. di SCM Antonello Sanna.
Nicolazzi va oltre il petrolio, riconoscendone lo straordinario ruolo politico e sociale che ancora svolge. Petrolio protagonista, per esempio, anche nel poliammide contenuto nei gilet gialli ostentati nelle strade e nelle piazze di Parigi. L'autore ha evocato spesso la Carbon Tax, la tassa sulle emissioni di biossido di carbonio rilasciate nell'ambiente, analizzandola e ragionando attorno ai possibili vantaggi di una sua applicazione globale. Difficile, anzi impossibile, se nel mondo si continua per esempio a investire su centrali alimentate a carbone...
"Siamo davvero disposti a superare il petrolio a favore dell'ambiente?", la domanda che in sostanza si è posto Nicolazzi. "Nessuno sa dire che cosa sia l'energia. Sappiamo però che senza una qualche sua trasformazione nulla si produce. I fisici attribuiscono all'energia il ruolo di motore cellulare, gli antropologi quello di motore culturale. Allora si può raccontare una storia del mondo e dell'uomo nella quale la prima fonte di energia fu il cibo. Quando il cibo divenne il prodotto dell'agricoltura e non più della caccia, cambiò il mondo. Poi la fonte dell'energia si fece fossile, e la nostra vita cambiò di nuovo, perché crescemmo e ci moltiplicammo. E adesso, forse, abbiamo bisogno di affrontare una transizione per superare i fossili, altrimenti il riscaldamento globale sfuggirà dalle nostre mani con conseguenze catastrofiche. Anche questa volta, se ci sarà una rivoluzione, la nostra vita non sarà più la stessa". E ancora: "Il carbone, il petrolio e poi il gas naturale. Senza queste fonti non sarebbe stato possibile il progresso civile e tecnologico che abbiamo conosciuto. D'altra parte, oggi non sono più sostenibili. Superarle sarà difficile, perché sono tanti gli interessi in gioco. Per esempio: la tassazione italiana sui carburanti fossili ha un valore più elevato del danno che ci deriva dalle emissioni del tubo di scappamento? Questa storia diventa così un'inchiesta che indaga la rete complessa dei rapporti di forza che fanno del superamento dell'energia fossile un problema di difficilissima soluzione. E ci mostra la sola certezza che abbiamo: è la disponibilità di energia la chiave di tutto".