Enrico Vanzina ricorda l'amico e socio Aldo Citti

 

[fonte: IL MESSAGGERO Domenica 12 Gennaio 2025]

Enrico Vanzina
Addio caro Aldo, amico mio speciale

"Caro Aldo, e così, dopo la tua amata Nelly, all'improvviso te ne sei andato anche tu. Lo so, stavi male, da tempo, ma ci eravamo sentiti spesso al telefono e visti da poco e tu, malgrado il peso atroce della tua malattia, mi eri sembrato l'Aldo Citti di sempre. Quel meraviglioso Aldo che ha condiviso con me una parte della vita, regalandomi non solo affetto infinito ma anche tanta, tantissima allegria e gioia di vivere. Ne ho conosciuti pochi spiritosi come te. Ma soprattutto amici come te. Perché per te gli amici erano una cosa sacra. Tu, apparentemente brontolone, avevi un cuore gigantesco. Bofonchiavi, protestavi, ironizzavi, usavi spesso un lessico un po' scorretto, ma queste erano le parole. Poi c'erano i tuoi sorrisi accecanti, la tua educazione, la tua capacità empatica di partecipare ai piccoli/grandi dolori e alle piccole/grandi felicità degli altri. Tu hai aiutato in silenzio i meno fortunati. Tu, come ha ricordato tuo fratello Fabio in chiesa, sei sempre stato un grande lavoratore. Un uomo leale, cresciuto con i valori inossidabili delle antiche tradizioni borghesi. Di quelle che oggi non esistono più. Durante la triste cerimonia nella chiesa in piazza dei Giochi Delfici, la stessa dove eravamo già accorsi per dare l'ultimo saluto a Nelly, ho provato un dolore profondo, quasi fisico. Con gli occhi incollati alla cassa di legno, illudendomi di poterti intravedere ancora per un attimo, per l'ultima volta, mi è passato davanti un film. Ristoranti, discussioni politiche, serate in casa di amici, Fregene, avventure goliardiche in campagna, Ponza, la tua amata Ponza, sfottò calcistici, il tuo cane, la casa di riposo a Sutri, il tuo incredibile negozio in via della Conciliazione, Arnolda, poi il tuo Bar, tuo nipote, il tuo Circolo e la sfilata luccicante +dei nostri amici comuni, alcuni scomparsi altri presenti in chiesa con l'espressione sgomenta. Già, perché con la tua uscita di scena finisce un'epoca. Si sgretola un piccolo mondo di questa città del quale tu eri il protagonista assoluto. Poi, uscendo dalla chiesa, quel senso di malinconica tristezza si è trasformato in qualcosa di rassicurante. Tuo fratello, nel breve discorso finale, ha concluso dicendo "spero che lassù tu possa ricominciare a litigare con Nelly". Un auspicio curioso ma che condivido. Tu adesso stai lassù, con i tuoi grandi amici Tommaso, Augusto e Lello. Ma stai soprattutto con tua moglie. Quella incredibile compagna brasiliana che diceva di essere venuta in Italia e di averti sposato perché credeva che tu TU MERAVIGLIOSO CITTI UOMO LEALE, AVEVI UN CUORE STRAORDINARIO, MI HAI REGALATO AFFETTO INFINITO E ALLEGRIA fossi il nipote di Gianni Agnelli. Ma che ti ha amato come ho raramente visto una donna amare un uomo. E tu lei, allo stesso modo di lei. Finalmente la ritroverai. Nelly ti insulterà, ti romperà gli occhiali, ti chiederà l'aumento Istat su quello che le davi ogni mese. Ma sarà di nuovo accanto al suo Aldo. E questo per lei, lo sai bene, non ha prezzo. In Paradiso troverete sicuramente un'isola di Ponza ancora più bella dove la porterai in vacanza. E stavolta sarà una vacanza eterna, non quei pochi giorni che le concedevi perché dovevi sempre tornare al lavoro. Adesso riposa in pace. Addio mio amato Aldo. Starai per sempre nel mio cuore."

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