Oggi, 27 gennaio, si celebra il Giorno della Memoria, la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per commemorare le vittime della Shoah, lo sterminio degli ebrei per mano nazista. Come da tradizione, il Circolo Canottieri Roma ha osservato ieri la ricorrenza in una domenica mattina di grande emozione. Primo nella storia tra i Circoli sportivi storici a riaprire le porte a soci di religione ebraica alla cancellazione delle leggi razziali, il club di Lungotevere Flaminio 39 ha da sempre un legame particolare con la comunità ebraica di Roma. Come ha tenuto a sottolineare il presidente Massimo Veneziano, ringraziando il primo animatore del Giorno della Memoria al Circolo, Italo Massimo Amati, "che da quasi vent'anni richiama giustamente la nostra attenzione verso il dolore del passato. Un'operazione importante, soprattutto di questi tempi".
Letture, testimonianze, soci di religione ebraica e non uniti in un unico ideale abbraccio. Proprio ad Amati si deve la complessa e rigorosa ricerca storica che ruota ogni anno attorno a un tema principale. Il titolo, ieri, era "Ricordare e tramandare", partendo da un piccolo, affascinante e fortemente evocativo racconto. Tre passi avanti e uno indietro, come se avesse dimenticato qualcosa: così procedeva nel suo cammino un rabbino. Incuriosito da quel comportamento, un discepolo gli chiese la ragione del gesto. Il rabbino rispose: "Se non so da dove vengo, non so dove vado".
Grazie a Bruno Piattelli, emozionata voce narrante, i presenti hanno ricordato tre nomi di fondamentale importanza per la comunità ebraica della Capitale. Tre figure di spicco nella difesa degli ebrei romani in occasione del rastrellamento del 16 ottobre 1943 a opera dei nazisti: il rabbino Davide Panzieri, il maresciallo di Polizia Gennaro Lucignano e l'infermiera Dora Focaroli.
A Simone Amati l'accensione della candela e la recita del Salmo 117. Poi un pensiero per i soci del Canottieri Roma Saverio Coen e Boris Landsman, che furono uccisi nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Interessante, ancora, la riflessione di Luigi Cancrini, fondatore e presidente del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, su ricordare e tramandare, concentrando l'attenzione sulle cronache di questi tempi.
Come sempre toccante la chiusura, affidata alle note struggenti del pianoforte di Antonio Di Pofi e del flauto traverso di Monica Berni e all’Ani Ma’amin, il canto tradizionale che gli ebrei eseguirono prima di entrare nelle camere a gas dei campi di sterminio.