Come oramai consuetudine decennale, domani, martedì 27 gennaio alle 10, i soci del Circolo Canottieri Roma celebreranno il Giorno della Memoria, la manifestazione voluta dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico per mano nazista. E il Giorno della Memoria è momento sentito dalla compagine societaria giallorossa, appuntamento nel quale si ricordano anche le figure di Boris Landesman e Saverio Coen, soci del Canottieri Roma periti nell'eccidio delle Fosse Ardeatine.
“Dieci anni fa fui incaricato di organizzare da noi il Giorno della Memoria, che da allora è diventato un appuntamento irrinunciabile – ricorda il socio Italo Massimo Amati, per l'appunto ideatore dell'evento al Circolo – Il Canottieri Roma non vuole dimenticare e, anno dopo anno, attraverso i racconti di quegli eventi e di quei fatidici giorni, rivive con commozione la più agghiacciante vicenda nella storia dell'umanità”.
La manifestazione di quest'anno sarà dedicata ai Giusti tra le Nazioni, ossia quegli uomini e quelle donne, non ebrei, che a rischio della propria vita e di quella dei propri cari s'impegnarono per la salvezza del popolo ebraico. Merito riconosciuto dallo Yad Vashem, il Museo della Shoah che ha sede a Gerusalemme. In particolare si ricorderà la figura del prof. Giovanni Borromeo, nel 1943 primario dell'ospedale “Fatebenefratelli” che riuscì a salvare diversi ebrei scampati al rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre di quell'anno. Costui creò un reparto malattie infettive gravi in cui ricoverò ebrei e membri della resistenza. All'arrivo delle SS per l'ispezione dell'ospedale, dinanzi al nuovo reparto, il prof. Borromeo, che ben conosceva il tedesco, inventò per i propri pazienti la diagnosi del “Morbo di K”, argomentandone la gravità e l'altissimo rischio di contagio. Dopo qualche minuto di perplessità, i soldati rinunciarono all'idea di perquisire il reparto stesso.
Domani, al Circolo Canottieri Roma, interverrà proprio il figlio del professore, Pietro Borromeo, autore della biografia “Il Giusto che inventò il Morbo di K”.
Come scriveva Primo Levi ne “I Sommersi e i Salvati”, “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono ancora essere sedotte e oscurate. Anche le nostre”.