Un'amicizia di lunghissima data. "Lui, da ragazzino, è stato persino fidanzato con colei che sarebbe diventata mia moglie", ha rivelato Giovanni Di Sorte strappando più di un sorriso ai tanti intervenuti nel salone del Canottieri Roma. Un'amicizia e tante storie da raccontare. "Spero proprio di non aver annoiato nessuno", i timori di Achille Serra che evidentemente non ha notato gli ospiti rapiti dai suoi racconti. Un'amicizia che resiste alle intemperie degli anni e che oggi porta a una fiorente produzione artistica. Perché "Milano da morire" (Giunti Editore), libro a metà strada tra il noir e il racconto autobiografico di un uomo che ha dedicato la sua vita alla giustizia, sarà soltanto l'inizio di un interessante sodalizio letterario. Lo hanno confidato i due autori nel corso della presentazione tenuta ieri al Circolo.
A fare gli onori di casa Sergio Rossi, storico socio giallorosso nonché amico di Di Sorte con il quale ha condiviso tanti momenti felici nella tanto amata sede di Lungotevere Flaminio 39. Moderatrice dell'incontro, la giornalista Rai Raffaella Cortese.
"Il commissario Rocchi protagonista della vicenda - ricorda Di Sorte, alla sua prima fatica letteraria - è proprio Achille Serra. Le inchieste da lui condotte per una vita trovano spazio in queste pagine scritte agevolmente. Vuoi per l'amicizia che ci lega, vuoi per la precisione dei dettagli".
Rocchi che arriva nel capoluogo lombardo, da Roma, per dirigere la Squadra Mobile. Il commissario si ritrova ben presto ipnotizzato e sedotto dalla magia delle notti milanesi, con i locali scintillanti, il dinamismo sfrenato, la voglia di apparire. Quando Marco Cavalli, ricco proprietario di un famoso night club nonché noto playboy, viene trovato morto nel suo appartamento, tutti gli indizi sembrano convergere su una persona: Anna Martini, la vicina di casa, da sempre invaghita del giovane e gelosa della bellissima figlia Chiara, che ha avuto una relazione con la vittima. Ma Rocchi non si lascia ingannare dalle apparenze: il quadro pare fin troppo semplice e lineare. Solo il fine intuito del commissario riuscirà a portare alla luce una verità sconvolgente, che nessuno avrebbe mai potuto ipotizzare.
Il tutto si svolge appunto in una Milano tatuata, anzi scolpita sulla pelle di Achille Serra, ex Questore della città, prima di diventare Prefetto di Palermo, Firenze e Roma. Una Milano che l'ex parlamentare racconta attraverso tanti aneddoti alla platea del Circolo. Come le scorribande degli uomini di Francis Turatello o di Renato Vallanzasca. A proposito di quest'ultimo, "Una volta mi diede il suo Rolex d'oro e mi disse: 'Se riesci a incastrarmi questo diventa tuo'. Beh, riuscimmo a incastrarlo e per la prima volta lo arrestammo. Ma non riscossi la scommessa...". Senza dimenticare, poi, le altre importanti esperienze professionali di Serra, tra cui la gestione del social forum di Firenze del 2002 con gli incontri-scontri con Oriana Fallaci, preoccupata dai possibili disordini che avrebbero potuto accompagnare la manifestazione, a soli pochi mesi dal caos del G8 di Genova. "Ero tutti i giorni a casa sua, a mostrarle mappe e a tranquillizzarla". E senza dimenticare gli inizi in Polizia, nel '68, la prima volta a Milano.
"La ricchezza aneddotica di Serra - rileva Francesco Posteraro, Commissario dell’Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni, primo sostenitore e amante del libro - si incontra con il talento di Di Sorte. Uno stile ottimo il suo, da grande affabulatore".
Un thriller che ti incolla alla pagina. Ma soprattutto l'incontro tra un poliziotto e un giornalista, la loro amicizia e tante storie ancora da scrivere.