Un appendiabiti, un cappello, "poco lontano" gli "Esercizi di stile" di Raymond Queneau. Al centro della scena l'istrionico, vulcanico, brillante e soprattutto applaudito Massimiliano Finazzer Flory e le sue ventuno variazioni di quegli Esercizi. Massimiliano Finazzer Flory che questa sera, nel salone del Circolo Canottieri Roma, ha proposto in chiave spassosa la magia del grande scrittore e drammaturgo francese a quarant'anni dalla sua scomparsa. E a dieci mesi da quella di Umberto Eco, che curò l'edizione italiana degli Esercizi.
Accompagnato dalle note delle “Variazioni Goldberg“, opera consistente in un’aria con trenta variazioni composte da Johann Sebastian Bach fra il 1741 e il 1745, ma anche da qualche piacevole "intrusione" come la "Rapsodia in blu" di Gershwin, l'attore e regista da sempre amico del Circolo ha deliziato la platea cambiando forma e registro stilistico. Sussurrando e gridando, accompagnando lo spettatore su un caotico, colorato, folle autobus parigino. Un autobus dove non sono passati inosservati un curioso cappello, un rocambolesco incontro e persino un bottone.
Un autobus da cui Finazzer Flory è sceso tra gli applausi, dopo aver vestito i panni, tra gli altri, di un medico, un filosofo, un contadino, parlando anche in un esilarante latino maccheronico, o in un italiano sgrammaticato; talvolta maldestro o esitante come imponeva il copione.
“Un esilarante testo di retorica applicata, un’architettura combinatoria, un avvincente gioco enigmistico”. Così Umberto Eco presentava gli "Esercizi di stile". Un canovaccio che il protagonista della serata ha ben interpretato e riproposto con rispetto ed entusiasmo.
Sceso dall'autobus, Finazzer Flory ha trovato tra gli altri gli applausi del Segretario Generale del Circolo, Massimo Mannocchi, che da amico e ammiratore del protagonista sul palco ha accolto con gioia l'idea di fare gli onori di casa.
Teatro, musica, la straordinaria penna di Queneau, l'eclettismo di Finazzer Flory. A fine serata, anche un cocktail per ringraziare il pubblico intervenuto. Un bel saluto - magari un "Arrivederci" - dagli "Esercizi di stile".