Nel suo capiente bagaglio, Marco Tagliati ha messo un lusinghiero sesto posto di categoria, le foto-cartoline da uno scenario incantato e i ricordi della "più impegnativa competizione sportiva a cui abbia mai preso parte". Su gambe e braccia, i postumi di una discreta faticaccia, alcuni tra gli ingredienti della Spartan Race. Il consigliere del Circolo Canottieri Roma agli Altri Sport sabato scorso ha preso parte, in condizioni climatiche invernali (oltre che infernali), ai Campionati europei di specialità tenuti nel piccolo stato di Andorra.
Per lui un sesto posto nella categoria 50+ in 4h 15' 53'' che la dice lunga sulla sua dedizione a questa competizione che coniuga corsa e ostacoli impervi. Il tutto a un'altitudine compresa tra i 2.200 e i 2.400 metri sul livello del mare, con un dislivello di 1.400 metri e la colonnina di mercurio a segnare -2°C. "Un appuntamento a cui mi sono presentato grazie ai duri allenamenti estivi sulle vie ferrate di Cortina con l'amico Fabiano Rebecchini - racconta Tagliati - e grazie a Paolo Malfatti, con il quale ho lavorato sulla preparazione fisica ma anche psicologica, quest'ultima necessaria per completare la gara nonostante il rischio di ipotermia e la fatica".
Vincitore tra gli Over 50 lo slovacco Ladislav Sventek, con il tempo quasi irreale per la categoria di 2h 57' 08'' e giunto al traguardo davanti al francese Bruneteau (3h 38' 19'') e al britannico Wilde (3h 51' 23''). Tutti attorno alle 4 ore gli altri concorrenti.
Livello pertanto altissimo, con i partecipanti qualificati in virtù dei primi cinque posti di categoria ottenuti nelle gare del circuito continentale. "Una cosa divertente che non farò mai più": verrebbe da citare un capolavoro di David Foster Wallace viste le attuali condizioni fisiche di Tagliati. Ma innamorarsi della Spartan Race è semplice e Marco Tagliati, il 28 e 29 ottobre prossimi, sarà già alla tappa di Taranto per riprovarci nel programma sprint, nel super e nel beast.
