L'aspetto che maggiormente colpisce è che non si parli mai di atleti né di calciatori, ma anzitutto di ragazzi, di bambini. Di giovanissimi da formare sì, attraverso tecniche di allenamento vicine il più possibile alle caratteristiche tecniche e caratteriali del ragazzo, ma anche attraverso un rapporto istruttore-allievo che crei principalmente armonia e voglia di fare, di impegnarsi. E' la filosofia ribadita ieri sera nella sede del Circolo Canottieri Roma, nel corso dell'incontro tenuto con le società affiliate al progetto Udinese Academy del Lazio e dell'Abruzzo. Un appuntamento fortemente voluto dai responsabili del settore del club friulano per fare il punto sulla stagione sportiva appena iniziata. "Un'occasione per confermare la nostra volontà di creare una rete di società per vivere il calcio nel modo giusto - ha spiegato il coordinatore tecnico nazionale di Udinese Academy Alessandro Dozio, accompagnato dai tecnici regionali Maurizio Rossi e Fabio Bartoli - e proporre così momenti di incontro tra gli affiliati per crescere insieme".
All'incontro non hanno voluto mancare il presidente del Circolo, Massimo Veneziano, e il socio delegato al settore Calcio, Luca Navarra. Nel saluto del massimo dirigente giallorosso, il benvenuto agli ospiti e il plauso alla Scuola Calcio del Canottieri Roma diretta da Roberto Lelli. Una realtà che vive una crescita costante e attenta. Crescita i cui frutti saranno peraltro presto offerti nel corso del primo Trofeo Demba, competizione organizzata per domenica 1 ottobre sui campi del Flaminio Real di Viale di Tor di Quinto 57/B (clicca per saperne di più).
"Vogliamo lavorare insieme per accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita anche personale e prendere sul serio la parola 'sogno'. Tutti i ragazzi hanno un sogno", ha aggiunto Dozio, confermando le visite mensili che Udinese Academy effettuerà nell'arco della stagione "per incrociare i nostri DNA sportivi". Non solo: il sodalizio bianconero sta studiando la creazione di un centro tecnico nel Lazio per avvicinarsi ulteriormente agli affiliati.
Poi, il messaggio agli allenatori che "devono conoscere, motivare, sostenere, sviluppare la creatività, gratificare i progressi, interagire. Infine programmare un piano di lavoro che preveda obiettivi da raggiungere, attraverso contenuti e modalità didattiche da proporre".
"Importante è anche la critica, ma deve essere portata in maniera costruttiva, per creare un rapporto costruttivo con i ragazzi". Un processo volto alla formazione di un giocatore (e qui il termine giunge per connotare il traguardo di un percorso) "in grado di mostrare tecnica, intensità, conoscenza tattica, saper leggere e interpretare il gioco ma sempre partendo da grandi motivazioni".
Linee guida da tracciare, per una stagione all'insegna di un lavoro intenso ma costruttivo. Per far vincere i ragazzi, ma prima di tutto consentire loro di divertirsi in un ambiente sano.