KAREN DI PORTO E IL SUO "MARIA PER ROMA" AL CIRCOLO

Giocando con quel celeberrimo detto romano, si potrebbe dire che, alla fine, Maria sia stata trovata. Dopo lunga ricerca, divertente ma col retrogusto amaro, è stata Karen Di Porto a riuscire nell'"impresa" e a portarla sul grande schermo per quello che può essere definito un piccolo miracolo. "Maria per Roma" non ha avuto infatti budget importanti alle spalle, bensì il sacrificio, la passione, infine il rischio di chi crede nei bei progetti e ama il cinema. A raccontare il film al Circolo Canottieri Roma è stata la stessa regista. La Karen Di Porto alla sua opera prima che ha investito tutte le sue fatiche in un'opera troppo colorata per essere definita drammatica e troppo vera per essere etichettata soltanto come brillante.

Ad accogliere Karen "Maria" Di Porto più di 170 tra soci e ospiti, che non hanno fatto mancare l'affetto a questa giovane autrice. E per il primo appuntamento della versione autunnale di "Cinema Stabile Canottieri Roma" non poteva esserci offerta migliore. Avrebbe apprezzato anche Claudio de Vittembeschi, uomo di sport e amante del cinema che ci lasciava un anno fa e al quale, oggi, "siamo felici di intitolare questa bella rassegna di incontri sul cinema - citando le parole del presidente del Circolo Massimo Veneziano - Una serie di appuntamenti su cui crediamo molto e che vengono seguiti sempre con piacere dai nostri soci".

Tanto che per "Cinema Stabile", per "Maria per Roma", il Canottieri Roma ha chiuso persino un occhio sul regolamento, aprendo le porte alla cagnolina Bea, praticamente la co-protagonista del film. "Spalla" e musa di una Maria che gira in lungo e in largo il centro storico della Capitale, stretta da una parte dalla sua professione di key holder e dall'altra dal sogno di diventare un'attrice affermata. In mezzo, nella sua assurda giornata, un vasto campionario di umanità che parla di una città caotica e chiassosa, in cui è difficile ma possibile coltivare i propri sogni poiché troppo impegnati nel vivere la rocambolesca quotidianità.

In sala, presenti anche gli interpreti Nicola Mancini e Paola Venturi. Assieme al direttore della fotografia Maura Morales Bergmann. "Il film è uscito quasi alla chetichella, per poi crescere presso il pubblico grazie al passaparola - ha spiegato il critico Masolino D'Amico nella sua presentazione - Un film che parla di Roma, della città vera, pur non cedendo mai ai consueti cliché sulla romanità né sulle classiche espressioni dialettali".

Felice per la calda accoglienza, allora, Karen Di Porto. Qualche critico l'ha definita una sorta di Moretti al femminile, ma lei non ama particolarmente le classificazioni. E, a proposito di romanità, non ha mancato di ringraziare la città che ha ispirato il suo film, la sua città: "Non avevamo a disposizione chissà quali risorse, abbiamo allora dovuto fare di necessità virtù. E questo anche grazie all'aiuto di molti amici. Chi mi ha prestato l'appartamento per alcune riprese, chi si è offerto di recitare gratis". Una sorta di gara in cui c'è una sola, grande, vincitrice: "E' stato come se la città si fosse stretta a me per portare a termine questa avventura. E' stato bellissimo".

Dopo il cocktail di benvenuto, e dopo l'attesa proiezione, al termine della quale la folta platea si è sciolta in un applauso convinto, il cast del film ha salutato i soci del Circolo nel salone ristorante, dove lo chef Egidio Longo, per la cena conclusiva, ha proposto un menù ispirato dalla cucina giudaico-romanesca tradizionale.

Bel film, bella serata e... bella impresa riuscita: trovare Maria per Roma. A dire il vero, la missione era più facile del previsto e il perché lo spiega proprio Karen Di Porto: "Maria siamo tutti noi".

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