La Maratona di New York necessita della M maiuscola. La M di meraviglia e di miracolo. Ecco, la Maratona di New York di domenica scorsa è stata un miracolo capace di portare come al solito un numero record di partecipanti, la consueta festa, nonostante poche ore prima qualcuno avesse cercato di rivestirla di terrore, di cancellare quella festa. La M, però, sta anche per mai, mai cedere alla violenza. E allora tutti sulle strade della Grande Mela. Dei 3002 italiani iscritti c'era anche chi rappresentava con orgoglio il Circolo Canottieri Roma. Di seguito i loro "diari", che pubblichiamo interamente e senza interruzioni per restituire al meglio tutte le emozioni che questo grande event sportivo è in grado di regalare.
Nathan Calò
"E' stata un’esperienza indescrivibile. Sentire alla partenza il cuore battere forte e le gambe tremare, attendere al freddo l'inno americano è un qualcosa che non ha eguali. Ma la cosa più bella è dopo il via, quando svaniscono tutte le ansie e rimani solo tu e la corsa. Vedere migliaia di runner sul ponte di Verrazzano è stato stupefacente. Il percorso è durissimo, ma essere circondato da un pubblico che ti incita calorosamente ti spinge ad arrivare fino alla fine. E poi l'arrivo a Central Park, da togliere il fiato. In quel momento dimentichi la fatica e vieni invaso da una serie indescrivibile di emozioni positive. Insomma una gara meravigliosa e indimenticabile, uno show".
Michele Lobianco
"Sono molto contento della gara regolare che ho fatto e della meravigliosa esperienza newyorkese che io e la mia famiglia non dimenticheremo tanto facilmente. La Maratona di New York è affascinante ed è sicuramente la più bella di quelle che ho fatto. Sicuramente la più dura ma anche la più coinvolgente di tutte. Avrò impresso per sempre nella mia mente la partenza dal ponte di Verrazzano con lo sparo del cannone, il passaggio a Brooklyn e l'arrivo sulla 1st Avenue a Manhattan con una partecipazione assordante del pubblico che non ti lascia mai solo. Ma anche la solitudine degli attraversamenti dei ponti, il respiro dei 55.000 partecipanti che ti fa compagnia anche se sei solo quando corri. E poi l'arrivo a Central Park con le gambe dure e la stanchezza che ti morde i muscoli. Che dire... New York è la Maratona!"
Marco Ciaralli
"Parlando in pillole, la mia esperienza da runner 'per caso', dimostra che correre una maratona si può, certo senza contare il tempo. Non ho paragoni con altre realtà a confronto, ma l'esperienza è stata strepitosa. Non so se mai correrò ancora una così lunga distanza, se sì spero di farlo con un gruppo del Ccr!"
Virginia Signori
Socia del Circolo, figlia del socio Saverio Signori, Virginia Signori conosce bene New York. Lì vive e respira quotidianamente le emozioni della Grande Mela. E, a proposito dei miracoli citati all'inizio, uno porta la sua firma. Alla sua prima esperienza sulla lunga distanza ha abbattuto il muro delle quattro ore, obiettivo ambito da tanti runner uomini.