L'ultimo arrivato si chiama Carlo Stefano ed è il secondo nipotino di Francesco Rutelli. La notizia della sua nascita arriva tramite un messaggio via smartphone nel corso della presentazione del libro "C'era una volta Roma" di Piero Santonastaso e Alessandra Spinelli. Il lieto evento tiene ovviamente l'ex sindaco della Capitale lontano dalla presentazione, ma è come se fossero presenti anche loro nel salone del Circolo Canottieri Roma. Lui ma soprattutto Carlo Stefano, al quale spetterà l'onore di vivere la Roma del futuro, una città che - si spera - sarà ancora magica, misteriosa, eterna.
La città del passato viene trattata ampiamente nel libro e durante la presentazione seguita con interesse da un folto pubblico. "C'era una volta Roma" (Newton Compton Editori, pagg. 320, 12 Euro, e-book 4,99 Euro) si presenta nella veste di un "Come eravamo" affascinante ma mai troppo malinconico, come del resto impone il fascino anche guascone della Capitale. Ma soprattutto una celebrazione, alla ricerca e riscoperta dei luoghi spariti. Un lavoro attento e rispettoso, presentato attraverso i quattro elementi aria, terra, fuoco e acqua.
A moderare la serata è Leopoldo Franco, socio del Circolo ospitante e amante sincero di una città con 2770 anni sulle spalle. Una città che forse oggi appare un po' stanca ma che nasconde nel suo cuore segreti e storie da scoprire. Come quella del "fiume alternativo" che l'attraversa, "cugino" sotterraneo del Tevere.
Parola allora al giornalista Fabio Isman, mattatore della serata, radici monzesi ma anche per lui una dichiarazione d'amore per la Città Eterna. Roma e i romani, dunque i costumi (ad esempio la nascita del termine "madama" nel gergo malavitoso associato alla Polizia), le leggende (l'utilizzo spregiativo di "portoghese"), persino la scaramanzia (le origini dell'infausto 13). Oppure le ragioni "politically incorrect" che consentirono la pavimentazione di Via del Corso nel sedicesimo secolo. Storie di cui nelle scuole si parla poco o per niente, nonostante le nuove generazioni portino la responsabilità di custodire quelle tradizioni.
Tra gli interventi manca quello della scrittrice Ilaria Beltramme, costretta a casa dai malanni di stagione. In platea Massimo Veneziano, presidente del Circolo, sodalizio che di quei 2770 anni ne ha vissuti "soltanto" 98, e il consigliere alle Manifestazioni Edmondo Mingione. Non ha voluto mancare l'appuntamento nemmeno Nicoletta Ercole, celebre costumista del cinema italiano. Idealmente c'è persino Lando Fiorini, la voce di Roma da poco scomparso: il suo timbro inconfondibile fa da colonna sonora al video che viene proiettato in chiusura. Grande, anzi immensa bellezza. Per noi che viviamo Roma oggi e per Carlo Stefano e i suoi fratelli.