"I limiti esistono soltanto nell'anima di chi è a corto di sogni". Philippe Petit, autore di questa frase, realizzò il suo sogno il 7 agosto del 1974, attraversando su un "filo" l'impossibile. Passando cioè da una torre all'altra del World Trade Center di New York nel modo più assurdo, incredibile e rischioso che essere umano potesse concepire. Lo spettacolo del pianista e compositore Andrea Pagani per la regia di Andrea Anconetani dal titolo "Viaggio sul filo - La storia di Philippe Petit", perla andata in scena per la prima volta l'8 dicembre 2016 all'Auditorium Parco della Musica e riproposto ieri sera al Circolo Canottieri Roma, rende omaggio a quel sogno. E a tutti i sognatori, coloro i quali non conoscono limiti. Coloro i quali, come diceva Flaiano, "hanno i piedi ben saldi su una nuvola".
Aveva i piedi ben saldi su una nuvola - e li ha ancora oggi, all'età di 68 anni - il funambolo francese Philippe Petit che in "Viaggio sul filo" parla attraverso la voce del coinvolgente Tommaso Arnaldi. I sogni, appunto, ma anche la paura, le difficoltà di mettere in pratica un piano assurdo e assurdamente bello e, ancora, il bisogno quasi fisico di compiere quella missione. Colonna sonora, opera da cui l'intero spettacolo prende ispirazione e compimento, le note di Andrea Pagani e del suo “Petit(e) suite pour Philippe” (Filibusta Records). Note malinconiche, struggenti, magiche, talvolta allegre e spensierate, che prendono linfa dalla tradizione classica, dal jazz delle origini e non solo, in un esempio di "piano solo" misurato e raffinato. Attento a non prendere il sopravvento sulla storia da raccontare. In modo che anche il pubblico in sala abbia modo di alzare gli occhi e guardare Philippe Petit sullo schermo, le immagini dell'impresa al World Trade Center. Un successo promosso e curato da Stefania Barbesi.
Evento applauditissimo al Circolo. Dal presidente Massimo Veneziano, in primis, e dal consigliere alle Manifestazioni Edmondo Mingione, i quali hanno rivolto il saluto a nome del Canottieri Roma agli artisti e accolto poi soci e ospiti nel salone ristorante per la cena di chiusura. Chiusura intesa soltanto cronologicamente. Tempo... spazio... sono infatti concetti troppo difficili per i sognatori.