Dalla cultura dell'apparire alla corsa al "like". Il "mi piace" dei social passato a sua volta da mero motivo di vanto a merce di scambio. Il ventunesimo secolo è una centrifuga di suggestioni e messaggi il più delle volte fuorvianti. Nell'occhio del ciclone una folta schiera di Under 25 della cui formazione come cittadini si preferisce tacere per non prendersi la fatica di studiarla. Tutto ciò mentre sono in tanti a salire sul pulpito virtuale. Se ne è parlato ieri al Circolo Canottieri Roma, nel corso dell'evento organizzato da Agol - Associazione Giovani Opinion Leader per presentare la nuova uscita di "The New's Room", bimestrale confezionato nella Capitale che si avvale di una giovane e dinamica redazione. Al tavolo dei relatori, coordinati dalla direttrice editoriale della testata Sara D'Agati, il senatore Nicola Morra, l'autore del libro "Rivoluzione Youtuber" Andrea Amato, l'amministratore delegato di Zètema Remo Tagliacozzo e il direttore dell'agenzia Dire Nicola Perrone.
"Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che (ha più) mi piace", il titolo dell'ottavo numero di "The New's Room" che apre un mondo, attorno al quale hanno ragionato gli ospiti, stimolando poi le puntuali osservazioni della giovane e nutrita platea. A introdurre i lavori, in un salone ancora impreziosito dalle opere di Antonella Privitera, il saluto del presidente del Circolo, Massimo Veneziano.
Influencer. Cosa sono, come si muovono, quali canali di comunicazione utilizzano. E, ancora, identità reali e virtuali. Vivace lo scambio soprattutto quando il discorso si è spostato sul ruolo dell'informazione tra i giovani. "Quello che prende vita dai social e che viene vissuto dagli under 25 - l'osservazione di Amato - è un mondo totalmente ignorato dagli adulti, ma con la sua precisa fisionomia e i suoi 'eroi'". Un microcosmo in cui "non ci si informa, o ci si informa pochissimo e male; in cui non si leggono giornali in uno sfoggio continuo di luoghi comuni".
"La politica non è consapevole di ciò che succede in quella dimensione - la risposta del senatore Morra - ma cambia forma, si è trasformata in comunicazione. Sappiamo bene come funzioni oggi la fruizione delle notizie. E' tutto rapidissimo, dinamico. E, in pieno tourbillon, non c'è tempo per consentire alle notizie di 'sedimentare'. Di poter essere analizzate meglio, con una riflessione più approfondita".
Per Perrone, invece, è soltanto una questione di selettività: "E' vero che la figura del giornalista, oggi, non goda di molta popolarità, ma personalmente ritengo che il ruolo di questo professionista sia invece fondamentale. Quanto ai giovani, penso che non corrisponda al vero l'affermazione 'non s'informano'. Lo fanno. Su argomenti di loro interesse, ma lo fanno".
Comunicare e informarsi attraverso i social. I nuovi guru e le insidie delle fake news. Il controllo? Nebuloso. La sfida è lanciata da tempo, tutto sta a saperla interpretare.