Saranno quegli scenari unici, o forse quella splendida e drammatica solitudine che vivi in bici quando la strada s'impenna e ti sfida. Sarà che un'esperienza come la Maratona dles Dolomites, una tra le più belle gran fondo al mondo, deve essere raccontata da chi l'ha vissuta. Sarà per queste ragioni che i ciclisti del Circolo Canottieri Roma, componenti del fantastico gruppo "bikers", hanno deciso di scrivere loro l'articolo che segue. A noi non resta altro che aggiungere della folta partecipazione dei giallorossi alla competizione, degli intensi allenamenti sostenuti sempre col sorriso prima di partire. Infine dei freddi numeri: Daniele Cesca e Sergio Paolantoni hanno completato il percorso Sellaronda da 55 km (dislivello 1780 m) rispettivamente in 3 ore e 50 minuti e 3 ore e 30 (non siamo così pignoli da riportare anche i secondi!); Carlo Buonopane ha concluso il Medio da 106 km (dislivello 3130 m) in 6 ore e mezzo; il resto del gruppo ha affrontato il Maratona da 138 km (dislivello 4230 m): Stefano Boidi in 8 ore e 43, Vitaliano Moroni in 7 ore e 5, Piergiuseppe Bagnera in 7 ore e 41, Claudio Lautizi in 6 ore e 44, Mario Occhi in 7 ore e 23.
Di seguito, la divertentissima cronaca scritta da Piergiuseppe Bagnera:
Grande partecipazione anche quest’anno: siamo in 10 allo start!
Si prevede molto caldo e rischio crampi (arrivati poi puntuali per molti sopratutto sul percorso lungo), alle 6 appuntamento per entrare in griglia: ci siamo tutti eccetto il Sommo che parte dietro.
PERCORSO LUNGO 138 km dsl. 4.230
1 IL SOMMO 6.44
Sempre in lotta con se stesso (e non solo) anche questa volta vince e si migliora di ben 37 minuti.
Ma chi vincerà alla fine questa sfida? Ci ho pensato 5 ore ma credo sia un pensiero iterativo.
2 ROS 6.51
Raggiunto sul finale dal Sommo fa una grande prestazione e soprattutto riacquista la parola che si pensava avesse perso.
3 VITTI 7.05
GRANDISSIMA prestazione. Accantonati i “che me mporta, faccio come me pare, che so ste cose” si allena con grande disciplina e metodo sotto la guida del rivale del Supremo (che ahimè anche questa volta lo ha suonato 6.37) e i risultati si vedono.
4 EYESMAN 7.23
Sul Pordoi tra uno sprint e l’altro per salutare questa e quella personalità lascia dietro il Bardo.
Nonostante una dissenteria del giorno prima stoppata con grande maestria dallo staff medico al seguito della squadra (prof. Cesca) arriva al traguardo con un tempo di tutto rispetto.
5 BARDO 7.41
Sul Pordoi si stacca da Vitti e Mario, prosegue in solitudine perso nei suoi why e because chiudendo con 34 minuti di ritardo rispetto alla precedente (unico a peggiorarsi, almeno si è distinto).
La cosa più intelligente che fa è fermarsi al ristoro del Sella quando probabilmente un Supremo alla rincorsa partito dalle retrovie lo supera senza vederlo lasciando il Sommo a chiedersi: ma dove sta Gios?
5 KOM 8.42
Solita grande prova di resistenza e sacrificio quasi mistico, si migliora di 40 minuti.
I crampi gli impediscono obiettivi più ambiziosi.
PERCORSO MEDIO 106 km dsl. 3.130
PIERCIO & CHICCO 6.30
Arrivano insieme(!), non sappiamo chi abbia rallentato chi, ma considerato che chi ci casca normalmente è il neofita i sospetti si addensano su Piercio. Grande esordio di Chicco.
PERCORSO CLASSICO Km. 55 dsl. 1.780
1 ZIO 3.30
Fa confusione, si porta appresso le mazze da golf e deve rinunciare al percorso medio.
2. DANI CESCA 3.50
Acclamato solo 2 anni fa come la nuova promessa paga la preferenza per il tennis (che non lo ha però ripagato).
Dopo Messi e Ronaldo cade anche lui, sprofondato nello sconforto medita un ritiro che non gli sarà permesso.
Alla fine, come i Galli, e come tradizione, grande banchetto serale.
Ci dispiace per chi non va in bici, non è potuto venire o comunque non c’era.
AD MAIORA.
Questo invece il commento di Mario Occhi:
La Maratona dles Dolomites, dal punto di vista ciclistico, è quella gara in cui per quanto ti prepari non sei mai pronto abbastanza. Dura dall'inizio alla fine, pochi minuti per rifiatare in discesa e via ancora a salire salire salire. Dal punto di vista dell'evento è una vera e propria festa internazionale della bici in uno scenario unico al mondo. Nelle mie oltre venti soste per i crampi mi sono sentito chiedere "hai bisogno di aiuto" in almeno 10 lingue diverse. Ma la cosa più bella e divertente è il nostro gruppo. Faccio sport da tutta la vita. Sport diversi e in città diverse. Una squadra così non l'ho mai trovata e nelle trasferte viene fuori il meglio.
Proseguiamo con il pensiero di Vitaliano Moroni:
Del contesto è inutile parlarne perché è tutto perfetto. La gara questa volta l'ho vissuta senza affanno perché dentro di me ho avuto la sensazione di essermi allenato bene, molto bene, e il risultato ha premiato il lavoro iniziato a febbraio. L'emozione più grande però è stata al traguardo. Appena tagliato mi sono sentito chiamare: "Papà, papà, sei un grande!" Vedere la felicità di mio figlio vale più di aver fatto un bel tempo in gara.
Si chiude con l'esordiente Carlo Buonopane:
Il ritorno alle gare "vere" è stato molto emozionante, bellissima l'atmosfera con migliaia di bici in giro per i passi i giorni precedenti, una festa meravigliosa con una grande organizzazione in una cornice favolosa e con il tempo che ci ha assistito durante tutta la gara. Lo sforzo è stato grande ma come al solito è stato ripagato all'arrivo con l'adrenalina che scorreva a fiumi e questa volta con il ricordo di ogni pedalata in salita sui passi e delle discese che purtroppo finivano subito. Giornata fantastica, gruppo di una volta bello unito e divertente. Cosa volere di più?