Per chi voleva soddisfare la propria curiosità. Oppure per chi senza canottaggio non sa proprio stare. Per chi un giorno sarà canottiere e magari si ritroverà con una bella medaglia al collo e per chi lo è già e quella medaglia l'ha già vinta, oppure vorrebbe tanto vincerla. Per chi ha già contratto la sana "malattia" che questo sport sa trasmettere e per chi ha iniziato a covarla solo stamattina. Master, amatori, atleti agonisti, ragazzi, ragazze e "ragazzi vintage": c'erano tutti, oggi, al Circolo Canottieri Roma, per l'Open Day. Una mattinata, voluta dal settore Canottaggio di Lungotevere Flaminio 39, per insegnare i primi rudimenti, trasmettere quella passione e allenare chi sa già stare in barca sul come risalirci in caso di una sfortunata avventura in acqua. La sicurezza, del resto, viene prima di tutto.
Sotto lo sguardo divertito e orgoglioso per via di tanto movimento al galleggiante del commissario Lorenzo Guido e di un nutrito gruppo di Master, neofiti e curiosi hanno potuto provare quello sport che si pratica col cuore prima che con i remi. A coordinare gli allenatori e accogliere tante facce nuove, il direttore tecnico Bruno Mascarenhas. Mauro Acerra a istruire dal galleggiante sui movimenti da attuare in barca, Martina Maddaloni a spiegare come trasformare quelle azioni in lavoro in acqua. In piscina ha fatto capolino un singolo, per studiare la risalita in barca da Francesco Trifirò. In veste di allenatore Marzio Milo di Villagrazia, che si è occupato di presentare il remoergometro e gli allenamenti "all'asciutto".
Risultato: divertimento. Su una iole, solcando il Tevere ancora baciato da un sole estivo. Sul remoergometro, sfidando gli amici e mostrando loro i numeri indicati dal display. In piscina, diventando padroni della barca e delle proprie paure. Poco lontani i genitori, con i soliti smartphone per immortalare la mattinata. Da lunedì, quelle facce nuove si ritroveranno con un body giallorosso. L'avventura è appena iniziata.