MEZZO SECOLO DI NUOTO AL C.C. ROMA

Quest'anno, le vecchie glorie del nuoto azzurro hanno scelto il Circolo Canottieri Roma per il loro tradizionale pranzo natalizio. Un appuntamento irrinunciabile, come tutti quelli delle ex stelle della piscina del resto. Anzi, "stelle del cloro". "Ci siamo dati un nome, 'Amici clorati' - informa Patrizia De Paoli, l'organizzatrice - I migliori nuotatori italiani dalla classe '45 a quella '58 fanno parte di questo gruppo assai affiatato, per dimostrare che abbiamo tutti questo sport nel Dna. Non a caso, oggi contiamo due assenze soltanto su cinquantacinque invitati".

In cinquantatré, quindi, ai tavoli del salone ristorante. Tra questi, lo stesso consigliere alle Manifestazioni del club ospitante, Edmondo "Lello" Mingione, primo italiano a scendere sotto il minuto e 10'' in vasca lunga nei 100 rana nonché olimpionico ai drammatici Giochi di Monaco 1972. Per tutti, i piatti dello chef Egidio Longo. Trionfo di carboidrati, proteine e sapori sopraffini, ma (quasi) nessuno a preoccuparsi della linea. E tra una cacio e pepe e un risotto provola e champagne, un saltimbocca alla romana e un soffiato di spinaci e carote, i mille ricordi di più di mezzo secolo di gare. Oltre a qualche considerazione sulla situazione odierna, soffermandosi su una stella di prima grandezza in particolare: Federica Pellegrini.

"Quando sento che qualcuno la critica divento furiosa", le parole della grande Daniela Beneck, la "vincitrice seriale" di gran parte dei titoli nazionali negli anni '60 e, nel 1965, prima nuotatrice italiana a ottenere un primato continentale. Precisamente in quei 200 stile libero che Federica ben conosce. "Per me lei resta intoccabile e se qualcuno si permette di criticarla ciò dimostra che in Italia non esiste cultura sportiva", dice in risposta alle lamentele venute nei giorni scorsi dalla campionessa che si sente eccessivamente attaccata. E ancora: "Fosse stata tedesca non avrebbe avuto detrattori. Prendete il caso delle mille lodi per la van Almsick. Federica per me è di un altro pianeta", prosegue Daniela Beneck, che poi ammette: "Da una vita non entro più in piscina per nuotare. Magari lo faccio quando sono al mare, e comunque mi diverto molto con l'acquagym. L'evento scatenante per il mio ritiro, e dunque per la mia repulsione, fu la tragedia di Brema, dove morirono diversi amici". Era il 28 gennaio del 1966 e, in un incidente nell'aeroporto della città tedesca, morivano i quarantasei passeggeri di un volo Lufthansa tra i quali sette atleti azzurri, il tecnico Paolo Costoli e il telecronista Rai Nico Sapio diretti a un meeting.

"Quanti giornalisti sono arrivati quinti a un Mondiale come accaduto ultimamente con la Pellegrini?", stuzzica la leggenda del pentathlon moderno, oro a Los Angeles '84 (individuale) e Seul '88 (a squadre) e due volte campione del mondo, Daniele Masala (in foto). "Scherzi a parte, tanto di cappello a chi vince con la scritta Italia sulla divisa, in questo caso il costume". Quanto potrà dare ancora ai colori azzurri? "Se lei si sente quel qualcosa dentro, quella cosa inspiegabile che ti permette di continuare, è giusto che continui".

Masala entra poi nel merito di un altro caso nel nuoto attuale: le schermaglie tra la federazione internazionale (Fina) e l'International Swimming League del magnate russo Konstantin Grigorishin. "Non capisco le ragioni per cui accettare la proposta della League. I soldi? Sì, ma poi? Quando i riflettori si spegneranno? E' una manovra conveniente e a corto raggio per pochi atleti al mondo ed è volta a creare un circo. L'antisport. Credono che per fare sport occorra semplicemente allenarsi e invece no. Lo sport è confronto, sotto tutti i punti di vista a partire da quello culturale".

Ai confronti tra il nuoto di ieri e quello di oggi pensa invece Giuseppe Avellone, olimpionico a Roma '60 (a 17 anni!) e 58 anni dopo ancora in piscina con i Master. "Da appassionato seguo tutto. Ho seguito anche questi Mondiali di vasca corta e l'unica cosa che posso dire è che il nostro era tutt'altro mondo. Con la mia generazione è iniziato il nuoto moderno, ma mancava ancora il professionismo. Con gli anni la qualità è migliorata. Prendete Carlo Pedersoli, 'Bud Spencer': lui, per esempio, si allenava venti giorni prima delle gare. Da parte nostra c'era molta leggerezza. Per fortuna molto è cambiato".

Tra gli ospiti al Canottieri Roma anche l'ex primatista europeo nei 100 stile libero, bronzo ai Mondiali di Calì e olimpionico a Monaco '72, Montreal '76 e Los Angeles '84 Marcello Guarducci, l'ex campionessa nazionale nei 100 e 200 rana e olimpionica a Monaco Donatella Talpo, l'ex campione italiano nei 100 dorso, 100 rana, 200 misti e nelle staffette 4x100 e 4x200 stile libero e 4x100 mista Michele D'Oppido.

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