Napoli una mamma, come dice il titolo stesso. Napoli coacervo di storie raccontate col tipico accento partenopeo, sebbene in fin dei conti sono storie senza confine. Storie di tutti noi, nel bene e nel male. E questo è solo uno dei punti di forza di "Mamma Napoli Mood", spettacolo di e con Emiliano De Martino, con Marco De Vincentiis, Valentina Proietto Scipioni e la partecipazione di Nico Caruccio, ospitato ieri nel salone principale del Circolo Canottieri Roma. Un evento voluto dal consigliere alle Manifestazioni Edmondo Mingione e accolto con entusiasmo dal club, considerando anche il nobile scopo dell'iniziativa, il sostegno all'Aisa Lazio - Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche.
In rappresentanza dell'associazione erano presenti il presidente Giovanni Mennilli e il presidente onorario Carlo Rossetti. Tra il pubblico, anche Masolino D'Amico, Gloria De Antoni e l'ex ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale Antonio Guidi. Proprio alla sua vita è dedicato uno degli intensi monologhi di De Martino. Per tutti gli ospiti il saluto del vicepresidente del Circolo Canottieri Roma Stefano Brusadelli.
Mette subito in chiaro le cose, "Mamma Napoli Mood", presentandosi come omaggio a Salvatore Di Giacomo. E allora via l'omaggio a Napoli. Una dichiarazione d'amore alla città, nonché un pungolo. Un luogo ma soprattutto un popolo di cui amare e onorare le radici. Il capoluogo campano diventa esso stesso protagonista, tessera e mosaico al contempo. La rampa di lancio per una serie di monologhi, perle sullo stesso filo delle emozioni. E delle sensazioni perdute. Perdute come, troppo spesso, si perde la memoria. De Martino e gli altri raccontano tra l'altro il disastro di Balvano del 1944, la più grave sciagura ferroviaria nella storia d'Italia che segnò la morte di quasi 600 passeggeri (il numero resta tutt'oggi controverso) del treno merci speciale 8017 Napoli-Potenza, avvelenati dal monossido di carbonio che furono costretti a respirare rimasti bloccati all'interno di una galleria.
Tanti ed emozionati gli applausi dalla platea al termine della rappresentazione. E il ringraziamento, anche personale, di Guidi che ha rivelato un curioso retroscena: "A Benigni venne proposto di fare un film sulla mia vita, ma rinunciò perché a quanto pare reputò difficile recitare nei panni di un 'handicappato'. Beh, Emiliano invece c'è riuscito". L'ex ministro ha poi messo tutti in guardia sulla solitudine: "E' la peggior forma di disabilità. E se sei disabile è la cosa peggiore che possa capitarti".
Rossetti ha infine ricordato l'importante ruolo svolto dall'Aisa Lazio. Ha sede in Via Cina 91 e da un quarto di secoli è impegnata nella lotta alle sindromi atassiche primarie e secondarie, che comportano la progressiva perdita della coordinazione muscolare. Si batte dunque attraverso la promozione e il sostegno alla ricerca di progetti e attività per la conoscenza di queste patologie. Offre inoltre sostegno ai pazienti per il miglioramento della qualità della vita degli stessi, reperendo i fondi necessari alle attività previste. Da queste parti, la parola "solitudine" non esiste.