Esiste un senso a tutto questo. Per ora è una gran fatica a coglierlo, ma quel senso esiste. E tira fuori tanto da noi; arriva a scavarci dentro e a farci capire quanto siano importanti le radici e in cosa affondano. L'orgoglio di ritrovarsi davanti a un colore, il profumo solenne che esso custodisce. Già, perché quelle che state osservando non sono soltanto luci colorate a celebrare l'unione tra il verde, il bianco e il rosso, il nostro Tricolore. Ieri sera, l'ingresso del Circolo Canottieri Roma appariva così, da un'idea del segretario generale Marcello Scotto e dal socio Ralph Fornari.
In periodo di "lockdown", la vecchia sede di Lungotevere Flaminio 39 resiste. In cent'anni di storia non ha mai conosciuto chiusure, nemmeno in tempi di guerra, e per questo soffre, ma resiste. Anzi, quasi a farsi beffa dell'emergenza che la costringe a celare il suo splendido volto, si fa più bella. Non soltanto grazie ai lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione che proseguono anche dietro gli ingressi sbarrati.
La famosa "Fase 2" è cominciata. Le vite di tutti noi cambieranno, stanno già cambiando: abitudini e gesti un tempo scontati subiranno rivoluzioni epocali. Restiamo noi, noi italiani che abbiamo "mostrato un grande senso di responsabilità", usando le parole del presidente del Consiglio e socio del Circolo, Giuseppe Conte, ma che ora vogliamo tornare a spiccare salti, allargare le braccia nell'aria, correre fino a esplodere, remare sul Tevere e continuare ad amarlo quel fiume che è Roma. Vivere.