Tredici acquerelli, lo sguardo di Paolo Giorgi, il punto di vista del noto pittore toscano sul "Mistero della vicinanza". È questo, del resto, il titolo della mostra che, fino al prossimo 19 dicembre, resterà al salone della sede sociale del Circolo Canottieri Roma di Lungotevere Flaminio 39. Le opere sono in vendita e parte del ricavato sarà devoluto all'Ospedale pediatrico "Bambino Gesù". La mostra è stata inaugurata ieri, venerdì 10 dicembre, con un interessante dialogo sull'arte tra l'autore e il critico Duccio Trombadori.
Gli onori di casa sono spettati al consigliere alle Manifestazioni del club, Edmondo Mingione. In platea, oltre a un interessato gruppo di appassionati intervenuto nonostante il "tempo da lupi" e il rigido clima del periodo, l'ex vicepresidente del Circolo Stefano Brusadelli e l'ex presidente, dal 1994 al '96 e dal 2003 al 2008, Gianni Battistoni, amici dell'artista e tra i primi sostenitori dell'evento. Da Trombadori l'attenta disamina dell'opera di Paolo Giorgi, che trae linfa da suggestioni letterarie e musicali, ma anche, ne "Il mistero della vicinanza" specialmente, dal fascino che risiede nell'"infinitamente piccolo" degli oggetti che popolano e al contempo arricchiscono lo studio del pittore, riuscendo inoltre a strizzare un occhio alle radici classiche. Gli onnipresenti tappeti, le sculture, i libri, finanche giocattoli del passato vengono allora ritratti con minuzia e rigore. In maniera "educata", come simpaticamente Vittorio Sgarbi commentò una volta (aneddoto ricordato ieri da Trombadori).
Gli acquerelli esposti al Canottieri Roma, in particolare, sono il frutto di una serrata indagine sul secolo d'oro olandese e il suo intimismo; la scrupolosa attenzione di Giorgi sui dettagli qui osservati nelle nature morte apparecchiate nello studio, e guardate con l'occhio dell’interiorità. Tra gli altri riferimenti, i grandi romantici del Nord Europa, da Vermeer, Friedrich, Dahl fino a Edward Munch. Su tutto, l’impegno costante di Giorgi, volto al "recupero della difficoltà", ultimo se non unico baluardo a difesa della pittura di figurazione.
Nato a Grosseto il 30 novembre del 1940, Giorgi si trasferisce a Roma nel 1970. Fin da un suo lontano ciclo di dipinti intorno al romanzo di Thomas Mann, "La montagna incantata", ha destato l’interesse della critica per i densi riferimenti letterari e musicali con i quali la sua pittura si è costantemente confrontata. Su questi temi si è dipanata la sua carriera, dalle mostre romane presso il “Museo del Folklore” e il MACRO, il Comune di Pietrasanta o Palazzo Lanfranchi di Pisa, passando naturalmente per importanti gallerie di tendenza figurativa tra Milano, Brescia, Bologna, Parigi e Roma.
Invitato a tre edizioni della Quadriennale, 1986,1999 e 2005, nonché alla Biennale di Venezia del 2011 presso il Padiglione Italia alle "Corderie dell’Arsenale". Nel 2017, l'Auditorium Parco della Musica, nella sua Sala delle Risonanze, ha ospitato un ciclo di suoi dipinti in dedica al melologo di Richard Strauss, da Lord Tennyson, Enoch Arden, così come è ordinata presso il Conservatorio di Santa Cecilia la sua mostra di 12 acquerelli, sul soggiorno presso Dobbiaco di Gustav Mahler. Mostra trasferita poi, presso il "Kulturzentrum" di Dobbiaco-Toblach nel 2019.