Un folto, attento ed emozionato pubblico ha assistito ieri sera alla presentazione de "Il fantasma della mia libertà" (Edizioni Effetto), romanzo firmato da Michele Petragnani Ciancarelli e basato su una testimonianza diretta degli attacchi terroristici al World Trade Center di New York dell'11 settembre 2001. Oltre a Petragnani, socio del Circolo Canottieri Roma e tra i superstiti italiani di quell'immane strage di vent'anni fa, erano presenti il presidente del club Paolo Vitale, il giornalista e consocio Bruno Manfellotto e Giulio Borrelli, che raccontò per la Rai i tragici accadimenti. All'eclettico Roberto Ciufoli il compito di leggere alcuni brani del libro, restituendo così l'atmosfera di un'opera sofferta e dura.
Tra i tanti ospiti in platea, la stilista e imprenditrice Anna Fendi, il regista Marco Martani, il direttore del Roma Department dell'A.S. Roma Francesco Pastorella e l'ex Rettore dell'Università "La Sapienza" Renato Guarini. A orchestrare l'evento, il consigliere alle Manifestazioni Edmondo Mingione, che con l'autore del libro ha anche realizzato il video trasmesso in apertura. Una toccante testimonianza delle celebrazioni per il ventennale della strage, con l'interpretazione di Bruce Springsteen della sua "I'll see you in my dreams", mista alle oramai celeberrime immagini di quella mattinata newyorchese.
Il presidente Vitale ha salutato i presenti introducendo poi con orgoglio la presentazione del libro "di un nostro giovane socio che, seppure entrato nella compagine da poco, ha saputo entrare presto nella famiglia giallorossa". Petragnani ha allora introdotto il libro, ricordando il taglio da spy story e spiegando la ragione per la quale abbia scelto una donna, Tess, quale protagonista: "Probabilmente per cercare, inconsciamente, di prendere distacco da quei fatti".
"Non è stata solo la vista l'unico senso attivato da quella strage", ha giustamente sottolineato Borrelli che ha allora cercato di restituire attraverso le parole le sensazioni e perfino gli odori di quella giornata e delle altre che seguirono. Un aspetto su cui l'autore si è ampiamente soffermato. La distruzione, le vittime in diretta tv e ancora le ferite fisiche e psicologiche. Primo fra tutti il disturbo da stress post-traumatico ("post traumatic stress disorder", PTSD), una sorta di "proiettore" che nell'arco della giornata si accende riconsegnandoti ricordi visivi, olfattivi e tattili.
Per Bruno Manfellotto, "Il fantasma della mia libertà" è "un libro con dentro tanti libri". "Da giornalista, allora direttore di un quotidiano locale nel Mantovano dall'ottima tiratura, ebbi modo di notare la reazione emotiva di tanti lettori. Dapprima l'enorme partecipazione, poi quasi una forma di rifiuto, troppo colpiti dalle notizie che leggevano e soprattutto dalle immagini in tv". Eppure, "tutti sanno dire dove si trovavano e cosa stessero facendo l'11 settembre 2001 al momento degli attacchi": è stato quasi il ritornello di ieri sera. Tutti lo sanno, nessuno lo dimenticherà mai.