ROMA, GLI ANEDDOTI, L'ESOTERISMO: TUTTO FELLINI AL CIRCOLO

Data Evento: 
Lunedì, Gennaio 13, 2020 - 21:00

Da una parte l'atmosfera unica di capolavori immortali come "Otto e mezzo", "Amarcord" e "La Dolce Vita" e le locandine originali dell'epoca. Dall'altra il ricordo degli amici, del collaboratore con la voce spezzata dall'emozione, dell'assistente, di attori e critici. Persino qualche riferimento all'esoterismo. In mezzo, le protagoniste: le introvabili foto di scena di proprietà del laboratorio fotografico professionale Il Colore di Roma, di Tommaso Mariani. "Federico Fellini - L'unico vero realista è il visionario", il titolo dell'evento che il Circolo Canottieri Roma ha tenuto ieri sera nel salone della sede di Lungotevere Flaminio 39 e a cui hanno preso parte circa duecento ospiti. L'appuntamento che il club, da sempre vicino alla Settima Arte e ai suoi protagonisti, talvolta soci e ospiti, ha pensato per celebrare i cent'anni dalla nascita del genio romagnolo.

Rimini, dove nacque il 20 gennaio 1920, ma anche Roma. "Diceva sempre che nella Capitale viveva in Via Tuscolana 1055, l'indirizzo di Cinecittà", il primo ricordo di Franco Mariotti, leggenda della promozione, della comunicazione e dell'organizzazione eventi legate al cinema, ieri sera nel ruolo di co-conduttore della serata insieme al consigliere alle Manifestazioni del Circolo Edmondo Mingione. Quest'ultimo ha curato anche il montaggio degli spezzoni video trasmessi nel corso della manifestazione. 

Il benvenuto del presidente del Circolo, Massimo Veneziano, ha dato poi il via ufficiale alla serata. Oltre al presidente, per il Canottieri Roma erano presenti il vicepresidente Stefano Brusadelli, il segretario generale Marcello Scotto, i consiglieri alla Ristorazione Alessandro Ciampini, al Personale Mario Martelli, al Tennis Benedetto Vellucci e agli Altri Sport Marco Tagliati. E ancora i tanti amici di Federico Fellini e chi Federico Fellini lo ha soltanto incontrato o raccontato. L'assistente del Maestro, il direttore di produzione Roberto Mannoni. L'aiuto regista Filippo Ascione. L'attrice Antonella Lualdi, che conobbe colui il quale sarebbe diventato suo marito, Franco Interlenghi, proprio grazie al celebre regista. Ad accompagnarla, la figlia Antonellina Interlenghi. La presidente della Fondazione Cinema per Roma Laura Delli Colli. Il musicista Lino Patruno, il primo ad arrivare ed elegantissimo sotto il suo... felliniano cappello a tesa larga. Lo scenografo Stefano Ortolani, fresco reduce dal successo de "I due Papi". L'ex ministro della Funzione Pubblica Luigi Mazzella, autore di un libro su Fellini pubblicato nel 2018. Il critico e socio del Canottieri Roma Masolino D'Amico. L'autrice, regista e conduttrice televisiva Gloria De Antoni. L'attore e giornalista Adriano Amidei Migliano. La critica de "La Stampa" Alessandra Levantesi. Il presidente onorario del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Mario Di Francesco.

Ciascuno un aneddoto. Quello sui giochi delle bugie tra il regista e il pluripremiato scenografo Dante Ferretti: "Al mattino, Fellini gli chiedeva sempre cosa avesse sognato e Ferretti inventava tanti di quei sogni che, chissà, saranno finiti anche in qualche film", il racconto di Laura Delli Colli. Oppure quello sulle abitudini a tavola: "Era solito iniziare ogni pasto con quella che chiamava 'scheggina' di parmigiano", sempre la Delli Colli. O, ancora, i retroscena inquietanti da Filippo Ascione: "Quella tra Gustavo Rol, il maestro spirituale, e Fellini fu una lunga amicizia. Anzi, posso dire che non poteva nascere nessun film senza prima un'accurata 'ricerca metafisica'. Da 'Giulietta degli Spiriti' in poi, pretese di incontrare Rol per chiedergli pareri o consigli prima di cominciare le riprese. Arrivò persino a dire che nella sua vita c'era stato un 'prima' e un 'dopo' aver conosciuto Gustavo Rol". E poi i pensieri dal cuore, come nel caso della Lualdi: "Non posso non associare Franco a Federico, visto che mio marito era il suo alter ego, il Moraldo ne 'I vitelloni'". Infine la voce rotta dall'emozione di Roberto Mannoni: "Una volta, per 'La voce della Luna' mi fece comprare una trebbiatrice (75 milioni delle vecchie lire, ndr). Lui sullo schermo la 'trasformò' in una cavalletta piccolissima. Era così e gli volevo un gran bene. Avrei anche potuto chiamarlo Federico, ma ho sempre preferito Signor Fellini".​    

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