ROMA "MALAMATA", EMILIANI: "LA CAPITALE MERITA RISPETTO"

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Mercoledì, Gennaio 23, 2019 - 18:30

Una serata parlando di Roma. Della sua storia, delle sue mille contraddizioni, dei suoi problemi cronici, ma anche della sua sconfinata bellezza e del rispetto che la sua storia millenaria esige. Una serata con "Roma Capitale Malamata" (Il Mulino, pagg 288, Euro 16)  di Vittorio Emiliani, libro presentato ieri nel salone del Circolo Canottieri Roma. Oltre all'autore, hanno ragionato su quelle pagine dense di storia, politica, corsi e ricorsi e ironia il vicepresidente del club ospitante Stefano Brusadelli e il socio Bruno Manfellotto.

In platea, non soltanto capelli bianchi a ricordare i bei tempi (o presunti tali) andati, visto che la nuova fatica editoriale dello scrittore e giornalista, ex parlamentare ed ex direttore del "Messaggero", è una sorta di "guida" critica, ma fedele e onesta, alla Città Eterna. "Vittorio - come ha ricordato del resto Brusadelli - pur essendo nato a Predappio è un grande osservatore di questa città. Tradizione vuole che i grandi osservatori del ventesimo secolo siano tutti nati altrove. Da Fellini a Pasolini, passando per Gadda". Ma anche in questo ventunesimo secolo, per usare le parole di Manfellotto, "questa città resta poco amata perché quasi imposta come Capitale. E mai come in questo momento vive un serio abbandono istituzionale. I romani però non protestano. Fellini diceva che le espressioni preferite dei romani sono 'Ma che ce frega?' e ''Stica...'. Perché non si arrabbiano?" Interrogativo interessante, assieme a quello posto da Brusadelli: "Non sarà mica che siamo caduti nello stereotipo tanto gradito al Nord secondo cui questa sia una città da buttare?"

Emiliani ha risposto a 360 gradi. Ricordando passi del libro, ma anche emozioni e sensazioni di un romagnolo da 45 anni trapiantato nella Capitale. Ha parlato di storici "equivoci" giornalistici, come per esempio quelli relativi alla "cronaca nera, dove Roma deve sempre passare per la città dove si ammazza di più, quando le statistiche dicono il contrario. 'Romanzo Criminale' è ambientato qui. Una città vista così è amatissima oppure odiatissima. Il centro della corruzione ma anche della bellezza. Un 'bianco e nero' che certo non le giova".

"Più che dei romani sono preoccupato della loro classe dirigente. La vedo assente dal dibattito cittadino, al collasso", ha proseguito Emiliani, che dopo una lunga digressione storica (soffermandosi sulla figura dei "Generoni che penetrano in una città dominata dalle corporazioni. E' da loro, da una borghesia rurale più che imprenditoriale, che nasce Roma in quanto Capitale") è entrato nel merito della Roma di oggi. Parlando di Olimpiadi ("Fermo restando che i bilanci di altre città olimpiche siano deficitari, qui prima di dire 'No' non si è fatto l'inventario delle emergenze e delle potenzialità"), Auditorium ("Perché i romani non sono fieri di un'opera simile? Fosse stata costruita a Milano sarebbe quotidianamente un suono di fanfare"), la metro e i vincoli ("Più che vincoli sono alibi. E comunque Roma dovrebbe fare di più per tram e filobus. Nel '25 aveva una rete ferrotranviaria incredibile, in gran parte dismessa poi da Mussolini poiché tacciata di deturpare la Roma Imperiale"), l'Imu e la Chiesa ("L'atteggiamento di chiusura del Vaticano non dovrebbe più essere accettato").

A seguire, una carrellata sugli ultimi sindaci. A partire da Virginia Raggi: "Fatico a trovarne i meriti. Avrebbe dovuto saperlo prima che per amministrare questo 'macchinone' ci sarebbe voluta gente con competenza politica. L'amministrazione di Ernesto Nathan (1907-1913) aveva una forte componente massonica ma aveva anche una giunta eccezionale". Gianni Alemanno: "Con lui, la macchina comunale ha iniziato a rompersi". Ignazio Marino: "Neanche lui aveva lo spessore giusto. Si sarebbe fatto, ma per formarsi come sindaco non si può fare il primo cittadino di Roma". Tante cose da sistemare, ma anche una domanda che è al tempo stesso una dichiarazione d'amore: "Quello di 'Mafia Capitale' è un titolo sbagliatissimo, perché è ingiusto associare il nome della tua Capitale alla mafia. Quanto alla percezione, ecco... presto tornerà la serie 'Suburra'. Perché Roma deve passare così?"

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