La storia di Yefym è quella di un ragazzo in fuga dalla guerra. È la storia di un ragazzo ucraino e di tanti altri suoi coetanei di tante e troppe altre parti nel mondo in cui le armi prendono il posto delle parole. A Yefym, però, le parole non mancano. Per ora sono in quell'inglese che conosce grazie alla scuola e alla mamma Maryna. Il papà, Mykhailo, è rimasto in Ucraina "per ovvie ragioni", come si scrive di questi tempi. Il vocabolario italiano del ragazzo si arricchisce ogni giorno di più e ogni nuovo vocabolo, come ogni espressione per noi consuetudine, viene salutata con gioia dai suoi nuovi amici romani. Più o meno come un bel passante o una precisa volée che escono dalla sua racchetta.
Noi del Circolo Canottieri Roma abbiamo conosciuto questo dodicenne dagli occhi grandi e vispi, un concentrato di determinazione ed energia, grazie ad Anjela. Lei è un'ex sportiva professionista amica di famiglia che vive in Sardegna e che da febbraio si fa in quattro per portare la gente della sua terra dalle nostre parti. A fine marzo, Anjela ha raggiunto via Whatsapp l'Ufficio Stampa del Circolo presentandoci questa famiglia originaria di Kharkiv. Presentando soprattutto questo giovane tennista e i suoi "numeri" in campo attraverso un paio di video. "Vorrebbe tanto giocare a tennis da voi. È possibile?"
Girata la domanda al consigliere al tennis del Circolo, Roberto Rezzi, la macchina della solidarietà si è subito messa in moto e, poco prima di Pasqua, Yefym ha sostenuto un piccolo provino. Giusto una formalità, le porte erano già spalancate (e ora possiamo scriverlo). Il ragazzo però era un bel po' preoccupato. Il sorriso e il "Benvenuto" del direttore della nostra Scuola Tennis, Daniele Baldassarri, e del responsabile Sat Alessandro Polidoro sono stati più che eloquenti e il lavoro sul campo è cominciato.
E con la storia di Yefym arriviamo a oggi. Adesso, grazie allo sport, lui e sua madre possono guardare il cielo temendo la pioggia, da sempre nemica del tennis, anziché i missili che vengono giù. Pur consapevoli che il cielo di Roma e quello di Kharkiv e di tante e troppe altre parti nel mondo sia lo stesso. Quel cielo che dovrebbe pensare esclusivamente ad accogliere desideri e speranze di tanti ragazzi. Yefym vuole soltanto giocare a tennis e ha tutto il diritto di farlo.
